The mask of modern slavery
Questi ritratti, di Luca Catalano Gonzaga, sono stati realizzati 50 anni dopo che Richard Avedon ritrasse William Casby, nato schiavo nella Louisiana prima che la schiavitù venisse abolita negli Stati uniti.
Si tratta degli Haratin della Mauritania, la popolazione nera da secoli sottomessa alla minoranza di origine araba che oggi detiene il potere politico ed economico della Mauritania.
Sebbene "Haratin" significhi letteralmente "coloro che sono stati liberati", queste donne e uomini vivono ancora in schiavitù, generazione dopo generazione, trattati come "proprietà": qualcosa che vale solo comprare, vendere, scambiare o distruggere.
Vivono in dei villaggi, lavorando una terra che non è la loro e non ricevono alcun salario o forma di risarcimento.
Nei villaggi di Daguag, Jedida, Tejala (Distretto di Brakna), Mbeida (Distretto di Gorgol), uomini e donne Haratin, invitati dal leader del villaggio, aspettano il loro turno per farsi fotografare all’interno delle loro capanne, in modo anonimo.
La Mauritania è il paese che ha il più alto tasso di popolazione schiava al mondo: 140-160 mila persone su un totale di meno di 4 milioni di abitanti.
Sono dati riportati dal Global Slavery Index 2013 su uno studio condotto in 162 paesi combinando diversi indicatori, tra i quali il traffico di esseri umani dentro e fuori un Paese e i matrimoni delle bambine.
Pur essendo stata abolita nel 1981, la schiavitù è diventata reato penale e gli schiavisti penalmente perseguibili solo nel 2007.
Per i pochi schiavi che hanno consapevolezza dei loro diritti è difficile ottenere giustizia.
La legge sembra essere stata concepita per scoraggiare le vittime.
Lo schiavo deve denunciare il suo stato altrimenti la polizia non può procedere d’ufficio.
L’onere della prova spetta alla vittima che spesso è analfabeta e non è in grado di sporgere denuncia formale. Né può essere aiutato a espletare le formalità burocratiche; le tante associazioni locali che si battono in difesa dei diritti umani non possono intervenire perché la legge non lo consente.
Non sorprende che da quando è entrata in vigore nessun padrone sia stato condannato per schiavitù.